Autunno in Barbagia è un evento che ha luogo ogni fine settimana, da settembre a dicembre, in diversi paesi del centro Sardegna. Ogni borgo organizza una sagra che ha come sottotitolo “Cortes Apertas” perché prevede l’apertura delle antiche abitazioni, le Cortes appunto. In quest’occasione visitatori e turisti possono conoscere gli spazi di un tempo e acquistare prodotti di prima mano direttamente dai produttori. Quest’anno ci sono stato per la prima volta e ho scoperto che inoltrandosi negli antichi monti dell’entroterra si possono scoprire delle vere e proprie perle sconosciute. Ho riassunto in questo racconto fotografico l’esperienza vissuta a Teti, un paese di poco più di 600 abitanti, a 954 metri dal livello del mare, immerso tra nuraghi e tombe dei giganti, tra lecci e sugheri.
Domus e non cortes
Autunno in Barbagia, se dovessi raccontarlo a chi non c’è mai stato, lo riassumerei così: un misto di sapori e odori che rapiscono i sensi, si insinuano tra le strade di piccoli paesi tra le montagne, dove niente è più caldo dei sorrisi della gente del posto. Danze e musiche echeggiano tra i viottoli di pietra, la cenere e le voci volano nell’aria e i campanacci ritmano il sobbalzare dei passi delle maschere.
Ci siamo addentrati negli ambienti del focolare domestico di queste case antiche, semplici e siamo stati abbracciati da un’aura di cibo e tradizione. Ci ha accolto la comunità del paese che ci ha subito spiegato che a Teti non aprono le Cortes ma le Domus, le case, come a sottolineare l’ulteriore slancio di ospitalità della comunità.
Gli abitanti del paese ci hanno lasciato vivere per una sera e un giorno tra i racconti delle loro vite; le domeniche a caccia, i matrimoni imminenti, i personaggi del paese, i sogni e le speranze dei giovani che decidono di costruire là il proprio futuro. C’è qua un microcosmo di semplicità, di vita che scorre lenta, legittimata dalla sua quotidianità e dal suo artigianato, dalla sua arte remota, e dal suo costante impegno nel farsi culla e custode di queste meravigliose tradizioni sarde.
Le maschere dell’autunno in Barbagia
Le maschere di Teti si sono esibite in una manifestazione che comprendeva vari gruppi folkloristici di paesi dell’entroterra sardo e del Medio Campidano.
L’atmosfera era tribale, come se non ci fosse nient’altro attorno, solamente noi e il passato. Un uomo tra tanti mi sussurra che è tutta una farsa e che le vere maschere sono solo quelle di Mamoiada. Io penso che in questo campanilismo sardo mi so orientare poco, so però che non importa quanto ci sia di turistico o meno. Ho visto gli abitanti di Teti ridere di cuore, collaborare e costruire un’occasione di apertura.
E allora non è più importante dove nascono davvero le prime maschere, conta dove ancora vive lo spirito, quello di festa e quello un po’ malinconico che ci ha riaccompagnati nella strada verso Cagliari.